LA DESTRA ITALIANA SIA SEMPRE GRATA AD ALMIRANTE.

Intitolare un circolo di Fratelli d’Italia all’onorevole Giorgio Almirante è un atto di rispetto e di amore nei confronti di uno dei padri della destra italiana; un atto che deve essere costante non solo a parole ma soprattutto con i fatti. FdI è l’erede del Movimento Sociale Italiano e della ‘fiamma tricolore’ che, non a caso, compare sul simbolo del nostro partito e che, in passato, era già presente sia in Alleanza Nazionale sia nel MSI fondato nel 1947 da Giorgio Almirante e Pino Romualdi.
E fu lo stesso Almirante a disegnare la ‘fiamma’ ispirandosi al distintivo degli Arditi della Prima guerra mondiale, un simbolo che ha attraversato tutto il Novecento italiano e che è presente sulle schede elettorali da oltre settant’anni. Nessun leader della destra italiana si è mai sognato di cancellarlo e spero che ciò non accada mai! La ‘fiamma’ compare anche in Francia quando nel 1972 Almirante autorizzò Jean Marie Le Pen a utilizzarla per il simbolo del suo Front National sostituendo semplicemente il verde di casa nostra con il blu del tricolore francese. Anche in Spagna il partito post-franchista, il Movimento Social Repubblicano, tentò di scalare le vette della politica con questo simbolo.
Il recente dibattito sul ritorno del fascismo alimentato in queste ultime settimane dai ‘pompieri’ della sinistra, ovvero quelli che vorrebbero spegnere la ‘fiamma tricolore’, soprattutto (e non è un caso!) a ridosso delle consultazioni elettorali, mi fa pensare che il fascismo sia ancora vivo e vegeto. Grazie a chi? … Ai cosiddetti “antifascisti”, abili riesumatori “di comodo” del Ventennio in cui Benito Mussolini, nel bene e nel male, ha governato la Nazione.
Sembra un paradosso, ma è così. Se per un verso vi sono alcuni esponenti della Destra italiana che tentano di prendere le distanze dalle proprie radici soccombendo a questa sinistra, dall’altro c’è chi continua a parlare di fascismo in maniera strumentale. Dice bene Marcello Veneziani quando afferma che ‘Il fascismo è l’ossessione di chi non sa vivere senza nemici e rancore’.
C’è poi da chiedersi perché ancora tanta gente ha un giudizio positivo del fascismo.
Non si può ricordare del fascismo la violenza, la guerra, la persecuzione razziale (che riguarda il nazismo e solo di riflesso, in modo infame e caricaturale l’ultima fase del fascismo) dimenticando le opere realizzate, la tutela sociale, l’integrazione nazionale, i passi da gigante compiuti dall’Italia nel segno della modernizzazione, la forte passione ideale e civile, il consenso …
Durante il fascismo gli Italiani ebbero in assoluto il maggior attaccamento allo Stato e maggior fiducia nelle istituzioni, e potrei continuare. Il fascismo fu una rivoluzione conservatrice che modernizzò la Patria nel nome di valori e primati tradizionali.
Chi mi conosce, sa che non mi sono mai accontentato della verità ufficiale, quella scritta dei vincitori e ho sempre voluto approfondire le mie conoscenze.
Mi piace allora rammentare che in origine il movimento fascista, inizialmente noto come “sansepolcristi”, nacque come “antipartito” (era composto da ex socialisti, repubblicani, sindacalisti rivoluzionari, futuristi) al termine della “Grande Guerra” e che si fece portavoce del disagio diffuso soprattutto tra i ceti medi, i militari e gli ex combattenti rivendicando inoltre la cosiddetta “vittoria mutilata” in cui l’Italia non aveva ottenuto il giusto riconoscimento ai suoi sacrifici bellici e umani.
Nel “Programma di San Sepolcro” possiamo notare che vi furono una serie di provvedimenti volti a cercare di risolvere la difficile situazione sociale instauratasi in Italia all’indomani della fine del conflitto bellico: tra le altre cose si chiedeva una norma che sancisse la giornata legale di otto ore di lavoro, una modifica alla legge sull’assicurazione e sulla vecchiaia (la pensione potremmo dire) con abbassamento del limite di età da 65 a 55 anni. Quindi un programma che prevedeva riforme importanti fra cui un salario minimo, il suffragio universale, una imposta fortemente progressiva e una partecipazione proletaria nel processo produttivo … un programma sostanzialmente di “sinistra” e repubblicano … Correva l’anno 1919!
Oggi il fascismo è un fatto storico e il primo ad averlo in qualche modo storicizzato fu proprio Giorgio Almirante, il leader della Destra nazionale con il suo “non rinnegare, non restaurare”. Un uomo serio, onesto e laborioso che è stato per quarant’anni in Parlamento, che ha guidato un partito che aveva milioni di voti; che ha partecipato a pieno titolo alla vita politica e parlamentare della repubblica italiana; che fu un grande se non il migliore oratore della storia repubblicana; che i suoi discorsi sono stati pubblicati dal Parlamento, che è stato ricordato in tutte le sedi istituzionali da presidenti della repubblica, premier, leader di ogni versante politico e presidenti delle Camere. Almirante diede il via alla creazione di una destra di pacificazione nazionale, di condizionamento politico, di alternativa al sistema, corporativa, europea, occidentale. Il suo successo fu nell’aver guidato un partito come l’MSI in anni difficili, salvaguardandone la sua identità tra mille difficoltà e scissioni. Nonostante l’essere stato un politico “contro”, si guadagnò il rispetto degli antagonisti politici perché era un “signore” e lo dimostrò quando rese omaggio alla salma di Enrico Berlinguer (a mio avviso altro grande statista dimenticato proprio dai suoi), nella camera ardente allestita a Roma in via delle Botteghe Oscure mettendosi in coda come “compagno” qualunque. La sua presenza colpì i militanti e i dirigenti comunisti. Disse che era lì per rendere omaggio a un avversario, non a un nemico. Almirante fu un uomo di altri tempi ma il tempo non ha cancellato il suo insegnamento sebbene molti politici di oggi (anche di destra) hanno ancora molto da imparare. La Destra italiana sia sempre grata a Giorgio Almirante perché ‘le radici profonde non gelano mai’!

Fabrizio Marabello
Presidente Circolo Fratelli d’Italia “Giorgio Almirante” di Ceriale (SV)

4 commenti
  1. Nicoletta
    Nicoletta dice:

    Giorgio Almirante è stato l’esempio di come si possa giudicare la storia è trarne il giusto insegnamento. Capire il passato per costruire un futuro, mantenendo le cose meritevoli, mi ha insegnato la rettitudine, il coraggio e soprattutto la coerenza, ciò che oggi dote assai rara.

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  2. Adalberto Baldoni
    Adalberto Baldoni dice:

    Al 1 congresso missino ( Napoli, 1948,) venne presentata una mozione unitaria che portava come prima firma quella di Augusto De Marsanich. Illustrando la mozione De Marsanich chiari’ l’atteggiamento del Msi nei confronti del fascismo: NON RINNEGARE E NON RESTAURARE. Ecc, ecc. Mi sono permesso di ricordare, per la verità storica, chi era l’autorevole autore di quella frase.

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