Ugo Gentile e una vita per l’MSI

Pubblichiamo con grande piacere l’articolo del nostro iscritto Pierpaolo Bertone che ricorda Ugo Gentile in occasione del trentennale della sua scomparsa . Ugo Gentile un uomo che ha dedicato tutta la sua vita al MSI essendo stato fra l’altro il fondatore del partito a Bojano , nel Molise ,  nel 1947

 

UGO GENTILE UNA VITA PER L’MSI

A quasi trent’anni dalla sua scomparsa (1995-2025) la Fondazione “Giorgio Almiranteâ€,  mi dà la possibilità di ricordare la figura che più di ogni altro, ha segnato, fin dalla sua costituzione, la vita dell’Msi in Molise, sapendo da subito, fare sintesi tra le varie anime del partito e segnare per anni la linea politica sia a livello provinciale che regionale.

Almirantiano di ferro, l’avvocato Ugo Gentile ha servito il suo partito, senza risparmiarsi, fino alla morte. Lo ha fatto con passione, fedeltà ed amore viscerale; un politico di razza, a detta di chi lo ha conosciuto ed ha potuto riconoscere nella sua persona l’essenza del vero missino.

Sicuramente può essere considerato, a pieno titolo, il “padre†della destra molisana.

Nato a Bojano (Campobasso) nel 1906 egli fin da giovane, precisamente nel 1923, aveva abbracciato la vita politica, aderendo in maniera convinta al Partito Nazionale Fascista.

Dopo essersi laureato in Giurisprudenza, era divenuto Seniore della Milizia. Volontario in Africa e, in seguito, in Spagna. Nel corso del secondo conflitto mondiale, combatte in Albania ed in Grecia.

L’8 settembre del 1943 si trova a Roma presso il Comando generale della Milizia con il grado di Centurione.

Aderisce volontariamente alla Repubblica sociale Italiana di stanza a Brescia. Fermato dagli americani, a Milano, venne rilasciato subito perché a suo carico non fu riscontrata alcuna accusa.

Ma è nel 1946, anno di nascita della Repubblica Italiana che in molti, compreso Gentile, aderirono da subito al Movimento sociale Italiano il partito che raccoglieva tutti coloro che con determinazione e coraggio, non si riconoscevano nella “morte della Patria†utilizzando le parole dello storico Renzo De Felice. Un partito che da subito ebbe la capacità di cogliere, le sollecitazioni di molti che in un momento delicato per la vita della Nazione (gli anni primo dopoguerra) guardavano ad esso, come ad uno strumento in grado di combattere, numerose battaglie politiche.

Giorgio Almirante, Enzo Erra, Pino Romualdi e Augusto De Masarnich ed altre personalità di spessore, intuiscono da subito che l’Msi non era solo un contenitore ideologico, legato all’esperienza del regime fascista ma un’alternativa valida, pienamente inserita nel contesto democratico.

 

 

 

 

A tal proposito, meriterebbero un approfondimento particolare, le organizzazioni giovanili e universitarie (Giovane Italia, Fronte Della Gioventù, Fuan) il grande impegno delle donne (MIF) e del sindacato (CISNAL).

Possiamo quindi parlare, non di un generico senso di nostalgia ma una identità politica specifica e ben strutturata.

Basti pensare ai grandi riferimenti culturali del partito, dal filosofo Giovanni Gentile a Carlo Costamagna, da Gioacchino Volpe a Julius Evola. Scienziati come Gugliemo Marconi ma anche insigni artisti che hanno dato lustro alla nostra Nazione.

Parlavo prima di una identità ben definita; sicuramente un grande contributo a far conoscere le idee e le proposte del partito furono le sezioni locali, presenti da subito in tutto il territorio nazionale.  

In Molise, la prima sezione del Msi nasce nel 1947 a Venafro (Is) ed è subito tangibile la notevole competizione tra la Democrazia Cristiana e l’alleanza tra missini e monarchici.

L’avvocato Ugo Gentile, intuisce che anche nel suo comune d’origine, bisogna dare spazio a militanti e simpatizzanti; fonda la sezione di Bojano e per anni sarà eletto consigliere; nel 1948 organizza un convegno, sulla necessità di costruire la galleria del Matese. Sarà questa sua battaglia che finirà per caratterizzare, per anni, la linea politica del partito in regione.

In buona sostanza, la sua idea era la realizzazione di una cerniera di collegamento tra le regioni Campania e Molise, in particolar modo le province di Caserta, Benevento e Campobasso. Questo strumento di unione avrebbe favorito l’uscita dall’isolamento e lo sviluppo ambientale, economico e sociale delle due regioni.

Avrebbe poi portato ulteriori benefici, come un migliore collegamento con la regione Abruzzo con un abbreviamento di almeno 70 Km attraverso la linea ferroviaria Napoli-Termoli (Cb) e Vasto (CH) con un tempo di percorrenza molto minore. Oltre ad un impatto ambientale quasi nullo ed al tempo stesso, un aumento della velocità dei trasporti che avrebbe consolidato la sinergia economico-sociale tra le regioni coinvolte.

Tutto ciò avrebbe elevato di parecchio la qualità della vita dei cittadini. Inoltre, aspetto non marginale, l’area del Matese sul fronte molisano, Bojano, in particolare, da sempre ricca di notevoli risorse idriche, divenne negli anni 50’il maggiore fornitore d’acqua, della città di Napoli e della sua area metropolitana. Per questo il traforo poteva rappresentare uno strumento per il potenziamento di tale servizio. Ma per svariate ragioni politiche tutto ciò rimane un’opera irrealizzata.

 

 

 

Dal 1952 Gentile viene sempre rieletto in consiglio provinciale, in maniera ininterrotta fino al 1970 quando vengono istituite le regioni. Proprio in quell’anno i molisani premiarono ancora una volta il suo grande impegno e la sua passione, eleggendolo consigliere regionale e lo sarà per tre legislature. Decidendo di non candidarsi più per il quinquennio 1985-1990 per dedicarsi pienamente alla segreteria provinciale che guidava dal 1969 proprio con il ritorno alla segreteria nazione dell’on. Giorgio Almirante.

Il 7 gennaio 1978 a Roma, nella sede missina di via Acca Larentia, nel quartiere Tuscolano, vengono uccisi con una mitraglietta Skorpion due giovani militanti di destra attivi nel Fronte della Gioventù, il 20enne Franco Bigonzetti e il 18enne molisano Francesco Ciavatta. Dopo poche ore, davanti alla sezione, viene organizzata una manifestazione di protesta per il vile attentato e durante quei momenti concitati, un terzo attivista Stefano Recchioni viene raggiunto, alla testa da un proiettile.

Pochi giorni dopo la salma di Francesco, viene restituita ai genitori che distrutti dal dolore fanno ritorno a Montagano per i funerali che si svolgono nella Chiesa madre del piccolo centro alle porte di Campobasso. In un clima di grande tensione, Gentile prima e Massimo Torraco poi (altro esponente di spicco del partito) al termine della celebrazione, descriveranno con due discorsi molto toccanti, la figura del giovane assassinato.

Per un atroce e singolare scherzo del destino, l’esistenza umana e politica dell’avv.Ugo Gentile, terminò proprio durante l’ultimo congresso provinciale del MSI, tenutosi a Campobasso il 15 gennaio 1995. Mentre alcuni delegati procedevano a coprire la Fiamma per far posto al nuovo simbolo di Alleanza Nazionale, l’avvocato bojanese venne colto da infarto e morì in ambulanza, mentre veniva trasportato in ospedale.

Non poteva esserci una conclusione diversa, per uomo che senza risparmiarsi, aveva donato tutte le sue forze migliori agli ideali alti e nobili della Politica.

In tanti che hanno avuto l’onore di conoscerlo, lo ricordano come un galantuomo, rispettoso delle idee altrui, un “maestro†per tanti giovani che si avvicinavano alla professione. Legato alla amata moglie, signora Giovanna Vivenzio ed alle figlie Emilia e Mariarosaria.

Fervente cattolico, veniva apprezzato e stimato anche dagli avversari politici; rimane ancora oggi, un esempio, a cui guardare con ammirazione.

 

Pierpaolo Bertone

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